Assegnato Premio “M’illumino d’immenso” 2021
Il Premio M’illumino d’immenso 2021 per la traduzione di poesia dall’italiano allo spagnolo è stato assegnato a Beatriz de la Fuente (Spagna). La giuria ha inoltre deciso di assegnare una menzione d’onore alla traduzione di Alfonso Conde Rivera (Colombia).
Alla IV edizione del premio hanno partecipato 201 traduttori residenti in 19 Paesi (Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Cuba, Francia, Germania, Gran Bretagna, Guatemala, Italia, Messico, Perù, Repubblica Domenicana, Spagna, Svizzera, Uruguay, USA e Venezuela).
Nel seguito le due poesie oggetto del Premio e le traduzioni vincitrici.
S
(Da Antonella Anedda, Il catalogo della gioia, Roma, Donzelli, 2003)
Silenzio notturno. Quando ci si alza nel buio estivo
e gli alberi restano senza vento oltre la porta spalancata.§
Quando le stanze respirano piano e il mare si unisce ai gerani.
Rosso e cobalto e ancora rosso
nei fari del porto
nei traghetti che sfavillano e aspettano.
Silenzio mattutino. Una qualità dei passi sul selciato
delle voci. È il suono delle saracinesche
che si sollevano sui negozi intatti: un segnale di pace
l’annuncio dello shofar nel giorno.
Sole silenzioso sulle coperte, sui pavimenti
sulle tazze della colazione e lo smalto del vassoio.
Sì. Non benedetto abbastanza ogni risveglio silenzioso e vivo
non ancora malato non ancora schiavo.
Se
(da Giovanni Orelli, Un eterno imperfetto, Milano, Garzanti, 2006)
(lettera alla madre
a più di 40 anni dalla morte)
Se ti portassero nel tuo aldilà
brutte notizie su di me,
non farti venire più pensieri neri; asino
sono che fa l’asineria:
d’aprile ha voglia di trifoglio, a maggio
macinare farina da uscirne tutto bianco
d’ora di sera, a giugno trottar via e a uno specchio
d’acqua abbeverarsi come con il vino un vecchio,
d’agosto lo mandassero sull’alpe
c’è un venticello che evapora il sudore,
settembre ancora in fiore su e giù per prati e conche,
un pasto con il recidivo poi
d’ottobre i campi al passo delle donne
col sacco di patate sopra il basto, l’inverno
viene presto, lui starebbe al caldo
con le galline e il porco.
Non farti più pensieri neri. Se morto
di novembre sarò o di dicembre
la fatica risparmio di morire
in un gennaio o febbraio di gelo
o nella mattanza di marzo.
Non angosciarti più. Ho i piedi
ben piantati per terra. Pronto al comando:
se stare o no, se al passo o al trotto,
a frusta o paglia docile, alla vampa
del sole o all’acqua, alla bestemmia
oppure alla bambina
se per giocare me ne issano una
in sella, da portare in giro, bella,
una madonna, miss mondo, una star, una vamp, una regina
Le traduzioni di Beatriz de la Fuente (Spagna)
S
Silencio nocturno. Cuando una se levanta en la oscuridad del verano
y el viento no roza los árboles al otro lado de la puerta bien abierta,
cuando las estancias respiran lento y el mar se une a los geranios.
Rojo y cobalto y rojo de nuevo
en los fanales del puerto
en los barcos que centellean en la espera.
Silencio matutino. Una condición de los pasos en el adoquinado
de las voces. Es el sonido de las persianas
que se elevan en los comercios somnolientos: una señal de paz,
el anuncio del shofar en la mañana.
Sol silencioso sobre las colchas, sobre las losas,
las tazas del desayuno y el esmalte de la bandeja.
Sí. No asaz bendecido cada despertar silencioso y vivo,
sin mella aún de enfermedad ni de cadenas.
Si acaso
(Carta a su madre, más de 40 años tras su muerte)
Si acaso te llevaran, a tu morada de otro mundo,
malas nuevas sobre mí,
no dejes que te asolen los negros pensamientos;
burro soy que da la rebuznada:
en abril con el trébol se arregosta, en mayo
faena en la tahona hasta salir blanco por la cola,
ya de tarde, en junio trotando se allega al espejo de agua
que sacia su sed como la del viejo el vino,
si agosto en los altos pastos lo sorprende
espera la brisa que el sudor evapora,
en septiembre por cuencas y prados retoza,
todavía risueños con sus flores,
se apacienta y, al regresar octubre, acarrea
patatas en la albarda al paso de las amas,
el invierno pronto viene, y él se arrimará
al calor de las gallinas y el marrano.
No des cancha a los malos pensamientos.
Si en noviembre o diciembre muero,
me ahorro la fatiga de morir
en un enero o febrero de hielo
o en la matanza de marzo.
No te hagas mala sangre. Hundo
bien la pezuña en el suelo. Solícito a las órdenes:
si detenerme o no, si al paso o al trote,
dócil al látigo o a la paja, con las intemperies
del sol o del agua, bajo juramentos de carretero
o con la niña,
si es que entre juegos me izan una a la montura
para darle un garbeo, hermosa,
una virgen, una miss mundo, una estrella,
una femme fatale, una reina.
(Immagine dell’annuncio per gentile concessione di Antonio Salsano)