Pubblicato il giorno 24 ottobre 2023 Archiviato in: Editoria Risorse

AIE, Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2023

Nel seguito alcuni dati salienti tratti dal Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2023 prodotto da AIE e presentato alla Buchmesse di Francoforte.
Nel 2022 sono stati pubblicati 83.950 titoli a stampa, novità incluse, in leggero calo rispetto al 2021 (-1,5%), una diminuzione che AIE ritiene “fisiologica”, considerata la performance eccezionale del mercato editoriale nel 2021.

Il numero comunque consistente di titoli pubblicati è il risultato di una maggiore facilità di accesso alla produzione editoriale, anche grazie all’ormai diffuso sistema di print-on-demand, che consente di gestire meglio i titoli in catalogo. Il nodo resta la distribuzione (e la promozione) nelle librerie di quella che è a tutti gli effetti una marea di marchi editoriali diversi, difficile da collocare anche per mere questioni di spazio fisico dei punti vendita.

Il calo nella produzione di e-book è stato più significativo: 37.177 titoli pari al -25,5% rispetto al 2021 (il 59% di questi ebook è in vendita anche in versione a stampa). La flessione, già in atto a partire dal 2016, è dovuta sia al progressivo esaurimento del processo di digitalizzazione dei cataloghi editoriali sia a un interesse per la lettura digitale inferiore alle aspettative. Si riconferma, dunque, la centralità del libro a stampa.

Complessivamente, i titoli in commercio hanno raggiunto la rispettabile cifra di quasi 1,4 milioni (+4,7% rispetto al 2021). Un dato reso possibile dal print-on-demand, dalla crescita dell’e-commerce e, non ultimo, dalla capacità degli editori di selezionare titoli durevoli nel tempo.

Cosa ci dicono i dati AIE sulle traduzioni?
Il rapporto definisce l’editoria italiana “tributaria” nei confronti dell’editoria straniera a causa anche del gran numero di piccole e medie case editrici con cataloghi specializzati. I titoli tradotti da una lingua straniera nel 2022, compresi classici e ristampe, sono stati 9034, pari all’11,2% dei titoli pubblicati (novità e nuove edizioni). Nel 2010 era il 16%. Un dato interessante è la crescita dei titoli pubblicati direttamente in lingua straniera: dai 1611 del 2010 ai 4464 del 2022.

Avanzano gli autori italiani: dai 45.033 del 2010 ai 65.321 del 2022, risultato della maggiore capacità degli editori italiani di affermarsi nei mercati internazionali, soprattutto per quanto riguarda il settore bambini/ragazzi e la narrativa.

La narrativa straniera rappresenta nel 2022 il 58,7% delle vendite di narrativa e il 58,5% delle copie vendute, poco più di 20 milioni. Nel 2019 la quota di mercato era del 55,5% e quasi il 60% in termini di copie comprate. L’acquisto di titoli di narrativa straniera è cresciuto del 7% rispetto al 2021 e del 29,1%
rispetto al 2019. Anche se in misura minore rispetto ai decenni precedenti, per i lettori italiani il romanzo per eccellenza resta quello straniero.

L’area linguistica anglosassone continua a fare la parte del leone con il 60-61% di titoli, che generano quasi il 70% delle copie stampate e distribuite. Si assiste, tuttavia, a una crescita delle traduzioni dalle lingue slave (dall’1,4% al 2,8%) e da lingue diverse da quelle tradizionalmente presenti sul mercato (dal 7,4% a quasi l’11%).

Quanto costa un libro?
Nel 2022, il prezzo medio di copertina dei libri calcolato alla produzione è di 19,87 euro (-0,8% rispetto al 2010). Il prezzo medio del venduto è di 14,84 euro. Oggi un libro, a parità di attività produttiva e operazioni promozionali, costa quasi due euro di meno rispetto a dieci anni fa. Un trend che tuttavia non potrà non risentire dell’aumento dei costi di produzione, quali carta ed energia.

Nel 2022, la spesa del pubblico è stata di 3388 miliardi di euro, inferiore di 51 milioni di euro rispetto all’anno precdente, il che fa comunque del settore editoriale la prima industria culturale del Paese.

Quanti sono gli editori?
La metà del valore del mercato trade viene realizzata da case editrici che non fanno parte dei grandi gruppi editoriali. Questo anche perché l’e-commerce offre una visibilità che difficilmente le librerie sono in grado di assicurare. Nel 2022 risultano 15.837 editori (+4,1% rispetto al 2021), il 67,3% non ha pubblicato nessun libro nel corso dell’anno, il 32,7% (5184) ha pubblicato almeno un libro, il 54,6% (8643) sono editori che pur non avendo pubblicato alcun titolo ne hanno venduto almeno uno in libreria. Nota bene: tra gli editori cosiddetti attivi possono rientrare anche aziende che non svolgono come attività principale quella di editore (fondazioni, enti, agenzie, ecc.).
Il 36,4% degli editori attivi pubblica da 2 a 10 titoli l’anno, il 22,3% solo uno.

I primi 3 editori per numero di titoli pubblicati nel periodo 2021-22 sono Mondadori (2021: 979; 2022: 1028), Panini Comics (2021: 699; 2022: 735) e Newton Compton (2021: 628; 2022: 665). Mondadori si classifica al primo posto nel 2022 anche per quanto riguarda la pubblicazione di e-book (832), seguita da Harper Collins Italia (804) e Giunti Editore (662).

Tanti scrivono e pubblicano, ma quanti leggono?
Secondo i dati AIE (che differiscono da quelli prodotti da ISTAT per la modalità e l’impostazione dell’indagine), il numero di lettori che hanno letto almeno un libro in un anno passa dal 58% del 2021 al 71% del 2022 (pari a 31,5 milioni di persone). Rispetto al 2019, però, si tratta di poco meno di un milione di lettori in più, segno che l’andamento della lettura è caratterizzato da forti oscillazioni annuali. Ma c’è una novità: il 2022 registra una crescita sostanziale della lettura digitale (ebook e audiolibri). Dal 3-5% del 2017 la percentuale di lettori esclusivamente di formati digitali è arrivata al 15% del 2022.

Acquistano più importanza le cosiddette “altre forme di lettura”, ad esempio la fanfiction, ma anche generi tradizionalmente considerati “paraletterari”, come fumetti, romance, giallo, fantasy e manuali di lifestyle e autoaiuto.

L’indice di lettura nella fascia d’età 0-14 anni è del 95-99%. La percentuale resta ancora alta tra i giovani adulti, ma nella fascia 55-74 anni si riduce al 59-63%.
Gli altri dati mostrano la lettura sempre più come un’attività frammentata, distribuita tra i vari impegni nel corso della giornata o della settimana, aspetto che potrebbe aiutare a comprendere il grande interesse per la narrativa di genere, caratterizzata da personaggi e storie forti capaci di non fare perdere il filo della storia al lettore.


Per informazioni più dettagliate, riguardanti anche i mercati editoriali stranieri, si rimanda al Rapporto sullo stato dell’editoria 2023.