Polonia, proposta di legge su tutele sociali per artisti e autori
Una notizia interessante per approfondire la riflessione sui diritti sociali dei traduttori italiani e sulle possibili soluzioni per garantire ai nostri autori le tutele previste per altri lavoratori.
In Polonia è in fase di elaborazione una proposta di legge per consentire agli artisti, scrittori inclusi, di registrarsi ufficialmente come professionisti e avere accesso a previdenza e assistenza, nonché ad altre forme di tutela sociale.
La proposta, elaborata dal Ministero della cultura e del patrimonio nazionale di concerto con le associazioni di categoria, dovrebbe essere sottoposta al vaglio del Parlamento entro l’anno.
La proposta prevede l’istituzione di una Camera degli Artisti, con un consiglio composto da 21 membri: 14 nominati dalle associazioni di categoria degli artisti e 7 da varie istituzioni statali. Il direttore della Camera sarebbe nominato dal Ministro della Cultura e dal consiglio.
L’articolo 39.2 della proposta prevede, inoltre, che gli artisti iscritti alla Camera il cui reddito medio mensile risulti inferiore dell’80% rispetto al salario medio nazionale possano presentare domanda affinché lo Stato copra dal 20 all’80% del contributo previdenziale richiesto.
Anna Nasiłowska, presidente dell’Associazione degli scrittori polacchi (SPP-Stowarzyszenia Pisarzy Polskich), pur definendo l’iniziativa come un passo nella giusta direzione, ha rimarcato che molti autori non potranno trarne vantaggio, essendo il lavoro dello scrittore spesso intermittente, svolto come seconda attività e con guadagni altalenanti. In poche parole, difficilmente inquadrabile.
La comunità degli artisti polacchi, tuttavia, sembra pensarla diversamente, a giudicare dai risultati di un’inchiesta del 2020 condotta dalla Uniwersytet SWPS di Varsavia su 60.000 artisti, 2830 dei quali operanti nel campo della letteratura.
L’88% dei rispondenti, infatti, si è detto favorevole a una qualche forma di regolamentazione specifica, che distingua gli artisti dalle altre categorie professionali. L’87% ha inoltre accolto positivamente l’ipotesi che gli artisti versino una quota ridotta di contributi previdenziali per avere accesso a un piano minimo di protezione sociale.
Fonte: Publishing Perspectives