HarperCollins sigla un accordo per addestrare IA
La nota casa editrice HarperCollins ha siglato un accordo con una società del settore IA non identificata (la riservatezza fa parte dell’accordo) per consentire l’utilizzo di alcuni testi di saggistica del proprio catalogo a fini addestrativi.
Secondo quanto condiviso su una piattaforma social dallo scrittore Daniel Kibblesmith, la casa editrice avrebbe offerto agli autori interessati ad aderire al progetto 2500 dollari a titolo, non negoziabili, per una durata di cessione di tre anni. Transazione, a quanto pare, già accettata da centinaia di autori.
In un commento ufficiale, HarperCollins ha dichiarato di avere sempre avuto grande interesse per i modelli imprenditoriali innovativi. Per questo, è sua intenzione offrire agli autori nuove opportunità, facendo al tempo stesso il possibile per proteggere il valore intrinseco delle loro opere e i comuni interessi economici.
Aggiornamento: Un articolo su Bloomberg svela che la misteriosa azienda interessata al catalogo di HarperCollins è Microsoft. Stando a una fonte di Bloomberg, Microsoft (che non ha rilasciato dichiarazioni) non intenderebbe usare il materiale per creare libri con l’intelligenza artificiale.
News Corp, società madre di HarperCollins, aveva già siglato un accordo con OpenAI nei primi mesi del 2024 per consentire al gigante dell’intelligenza artificiale di addestrare i propri modelli sui periodici di proprietà di NewsCorp, quali, The Wall Street Journal, The New York Post, The Daily Telegraph. È solo l’ultimo di una serie di accordi di licenza siglati da OpenAI con le principali società di media, tra cui, solo per citarne alcune, The Associated Press, The Financial Times e People.
Tornando a Microsoft, l’azienda statunitense ha lanciato recentemente un nuovo marchio editoriale, 8080 Books, incentrato su tecnologia, scienza ed economia. Obiettivo dichiarato del nuovo progetto editoriale è accelerare il processo di pubblicazione, riducendo drasticamente i tempi tra il manoscritto finale e l’uscita del libro sul mercato.
In tutto ciò, uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports indica che i lettori non esperti non sono in grado di distinguere tra poesia scritta da esseri umani e poesia generata dall’intelligenza artificiale. E preferiscono quest’ultima.
Fonte: Publishers Weekly – Literary Hub – The Verge – The Guardian - Scientific Reports