Pubblicato il giorno 7 aprile 2025 Archiviato in: Normativa

USCO, Report su copyright e IA

Il Copyright Office degli Stati Uniti (USCO) ha pubblicato la seconda parte del suo report su copyright e intelligenza artificiale, avviato agli inizi del 2023 allo scopo di offrire un orientamento normativo per le opere contenenti materiale generato dall’intelligenza artificiale.
Nella seconda parte del report, dedicata alla questione se l’arte generata dall’intelligenza artificiale possa essere tutelata dal diritto d’autore, l’ente governativo ha affermato che il requisito per il diritto d’autore è l’autorialità umana. Di conseguenza, nessuna opera creata esclusivamente dall’intelligenza artificiale può essere tutelata dal diritto d’autore.

Diverso è il caso delle opere in cui l’IA sia usata come tecnologia assistiva, a supporto della creatività umana, ad esempio, per un brainstorming, l’editing o la trascrizione del parlato. Fanno eccezione anche le opere in cui l’autore interviene modificando materiale generato dall’IA. La cosa fondamentale è che l’espressione umana resti “percebile”.

La prima parte del report, pubblicata nel 2024, riguardava i cosiddetti “deepfakes”. La terza parte prenderà in esame la controversa questione dell’addestramento dei modelli IA sulle opere protette dal diritto d’autore.

Fonti: Publishers Weekly  – Lexology

Pubblicato il giorno 31 marzo 2025 Archiviato in: Normativa

Culture Action Europe e le industrie culturali europee criticano il Codice di condotta GPAI

Il 21 Marzo, Culture Action Europe ha preso parte all’incontro del gruppo di lavoro sul copyright dell’AI Office per discutere la terza bozza dello EU General-Purpose AI Code of Practice (anche noto come Codice di condotta GPAI), il codice di condotta UE in materia di intelligenza artificiale.

Il Codice, il cui scopo è offrire a tutti i fornitori di modelli IA generici uno strumento per dimostrare la conformità della propria condotta all’AI Act, prevede una serie di impegni sulla trasparenza, il diritto d’autore e la sicurezza (quest’ultima riguardante solo i modelli di IA classificati come a rischio sistemico). La versione finale dovrebbe essere approvata dalla Commissione Europea entro il mese di maggio 2025.

Culture Action Europe, al pari di numerose altre organizzazioni europee, ha sollevato forti obiezioni sull’ultima versione del Codice, ritenendo che le indicazioni in essa contenute, lungi dal tutelare i diritti degli autori, offrano ai fornitori di modelli IA significativi margini d’azione per porre in atto violazioni del diritto d’autore.
Di seguito gli aspetti più critici evidenziati:

  • Per evitare che i dati contenuti nei propri siti web siano usati a fini addestrativi, l’unica opzione a disposizione degli autori è usare protocolli di esclusione dei robot (file robots.txt). Metodi di opt-out alternativi, quali meta tag, termini e condizioni d’utilizzo del sito, dichiarazioni pubbliche, ecc., non sono né menzionati né riconosciuti dal Codice, in quanto “non standardizzati”.
  • Anche nell’eventualità che gli autori ricorrano a metodi alternativi ai protocolli di esclusione dei robot, i fornitori di modelli IA sono semplicemente incoraggiati ad “adoperarsi al massimo” per rispettarli. I metodi alternativi, infatti, sono ritenuti validi solo se approvati attraverso un’ulteriore fase di confronto a livello europeo, requisito non necessario che indebolisce gli obblighi esistenti (la Direttiva sul Copyright già prevede la possibilità di esercitare l’opt-out attraverso strumenti che consentono la lettura automatizzata).
  • Il Codice chiede ai fornitori di modelli IA di fare “sforzi ragionevoli” per evitare l’estrazione di dati dai siti web pirati (!) e formulazioni altrettanto deboli si ritrovano nelle misure che “incoraggiano” i fornitori di modelli IA a pubblicare la propria politica sul copyright, informare adeguatamente gli autori sui sistemi utlizzati per l’estrazione dei dati, rispettare l’opt-out senza impatto negativo sulla reperibilità dei contenuti e ridurre il rischio che i modelli IA memorizzino contenuti protetti dal diritto d’autore.
  • Al momento, gli autori il cui diritto all’opt-out è stato ignorato hanno come unica opzione una lunga e costosa causa legale. Sebbene il Codice preveda la possibilità di segnalare le violazioni del diritto d’autore attraverso appositi moduli, la risoluzione delle controversie è lasciata alla totale discrezione dei fornitori di modelli IA, con l’espressa facoltà di respingere i reclami considerati “ripetitivi” o “esagerati”.

Ritenendo che l’attuale versione del Codice crei più incertezza che chiarezza a livello legale, Culture Action Europe ha sollecitato la Commissione a prestare maggiore attenzione agli aspetti sopra indicati e a definire dettagliatamente gli obblighi dei fornitori di AI, anziché limitarsi a incoraggiarli a rispettare il diritto d’autore.

39 organizzazioni di settore europee, tra cui CEATL (European Council of Literary Translators’ Associations) ed EWC (European Writers’ Council), hanno pubblicato il 28 marzo 2025 una dichiarazione congiunta, definendo la bozza “assolutamente inaccettabile”.
L’iniziativa è sostenuta anche da Confindustria Cultura Italia (CCI) e dall’Associazione Italiana Editori (AIE). Innocenzo Cipolletta, presidente di entrambe le organizzazioni, ha dchiarato che, se fosse approvato così com’è, il Codice di condotta GPAI violerebbe apertamente l’AI Act e la Direttiva Copyright,  sollevando le big tech dalla responsabilità di rispettare il diritto d’autore europeo e di agire con trasparenza. In buona sostanza, ai titolari dei diritti viene detto di farsi una ragione del fatto che le grandi aziende tecnologiche abbiano abusivamente utilizzato le loro opere.
“Una sorta di amnistia per poche e ricchissime persone”, come la definisce Cipolletta, “a danno di milioni di cittadini europei: autori, interpreti, esecutori, traduttori, giornalisti, editori, produttori, lavoratori delle industrie creative”.

Fonti: Culture Action EuropeDBAgenda DigitaleCEATLAIE

 

Pubblicato il giorno 24 febbraio 2025 Archiviato in: Eventi Normativa

Laboratorio FAAM, TableT su contratti di traduzione e IA

Clausole contrattuali legate all’uso (o non uso) dell’Intelligenza Artificiale
Giovedì 6 marzo 2025, ore 17, online
A cura di AITI e StradeLab in collaborazione con il Laboratorio FAAM di Milano

Sempre più spesso capita di firmare contratti che contengono clausole legate all’uso (o non uso) dell’intelligenza artificiale. Clausole fin troppo generiche che, in linea teorica, impedirebbero di utilizzare risorse di imprescindibile utilità per offrire traduzioni precise, corrette e adeguate a uno standard qualitativo professionale. La questione è complessa, non solo dal punto di vista etico e giuridico, ma anche da quello concreto e applicativo.

Elisa Comito del Gruppo contratti di STRADE aiuterà a interpretare i vincoli imposti dalle clausole contrattuali legate all’IA, mostrerà le insidie che nascondono e gli spazi di azione che lasciano liberi. Sarà un’occasione per un brainstorming collettivo che fornirà strumenti utili per i prossimi contratti da firmare.

Per aderire al TableT collegarsi alla piattaforma Eventbrite. La partecipazione è gratuita e non richiede l’iscrizione alle due associazioni organizzatrici. I posti sono limitati, non è prevista lista d’attesa.

Pubblicato il giorno 27 dicembre 2024 Archiviato in: Normativa

Approvato il Decreto Cultura

È stato approvato il Decreto Cultura. Cardine del decreto è il Piano Olivetti per la Cultura, il cui obiettivo è promuovere la filiera dell’editoria libraria, anche attraverso il sostegno alle librerie di lunga tradizione, di interesse storico-artistico e di prossimità.
Sul piano economico, il Decreto Cultura destina 44 milioni di euro per sostenere biblioteche, librerie ed editoria. In particolare, 4 milioni di euro nel 2024 per favorire l’apertura di nuove librerie gestite da giovani under 35; 25 milioni di euro nel 2025 e 5 milioni nel 2026 per l’acquisto di libri, anche in formato digitale, da destinare alle biblioteche; 10 milioni di euro per arricchire l’offerta culturale dei quotidiani cartacei, potenziando le pagine dedicate a cultura, spettacolo e audiovisivo.
Il Decreto intende assicurare, inoltre, un finanziamento stabile a quattro istituti storici: la Giunta Storica Nazionale, l’Istituto Italiano per la Storia Antica, l’Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea e l’Istituto Italiano di Numismatica.
Particolare rilevanza viene data a progetti di cooperazione culturale con l’Africa e il Mediterraneo allargato, anche attraverso l’istituzione di una unità di missione. La struttura, di concerto con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, indirizza e coordina progetti e interventi di cooperazione culturale con Stati e Organizzazioni internazionali africane, promuove il dialogo tra enti e istituzioni culturali italiani e quelli degli Stati africani e del Mediterraneo allargato e sostiene la realizzazione di progetti di rigenerazione culturale nelle aree del Mezzogiorno.
I presidenti delle sette associazioni rappresentanti di editori, librai e bibliotecari* hanno accolto l’approvazione del Decreto con grande soddisfazione, auspicando,  nel più lungo periodo, la creazione di una “legge di sistema per l’editoria”, che non sia fatta di sovvenzioni ma di “politiche industriali e culturali che ci permettano tutti assieme di far crescere il Paese”.

 *Innocenzo Cipolletta presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), Andrea Palombi presidente della Associazione degli Editori Indipendenti (ADEI), Paolo Ambrosini presidente dell’Associazione Librai Italiani Confcommercio (ALI), Antonio Terzi presidente del SIL Sindacato Italiano Librai e Cartolibrai Confesercenti, Crispino Di Girolamo presidente dell’Unione Editori e Librai Cattolici Italiani (UELCI), Medardo Montaguti presidente della Federazione Nazionale Cartolai, Laura Ballestra presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB).
Fonti:
Pubblicato il giorno 17 settembre 2024 Archiviato in: Editoria Normativa

Richieste del mondo del libro in vista della Finanziaria 2025

Le associazioni di categoria di editori, librai e bibliotecari chiedono un incontro con il nuovo ministro della Cultura per discutere di una nuova legge di sistema per il libro, incontro che non si è mai concretizzato con il suo predecessore. Individuati quattro ambiti su cui occorre un intervento immediato:
  • Revisione della Carta Cultura Giovani e del Merito (che finora non ha raggiunto una significativa platea di giovani)
  • Ripristino del fondo speciale da 30 milioni per le biblioteche (non più rinnovato dopo il 2023)
  • Incremento delle risorse per il credito d’imposta riconosciuto alle librerie
  • Nuove risorse a difesa della bibliodiversità e del pluralismo nella produzione editoriale.
I firmatari della richiesta sono Innocenzo Cipolletta presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), Andrea Palombi presidente della Associazione degli Editori Indipendenti (ADEI), Paolo Ambrosini presidente dell’Associazione Librai Italiani Confcommercio (ALI), Antonio Terzi presidente del SIL Sindacato Italiano Librai e Cartolibrai Confesercenti, Crispino Di Girolamo presidente dell’Unione Editori e Librai Cattolici Italiani (UELCI), Medardo Montaguti presidente della Federazione Nazionale Cartolai, Laura Ballestra presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB).
Maggiori informazioni nel sito AIE e nella nota dettagliata pubblicata dall’associazione degli editori.
Pubblicato il giorno 8 luglio 2024 Archiviato in: Inchieste Normativa

Indagine Istat sulle biblioteche 2022 e qualche parola sul Diritto di prestito pubblico

Partendo dai dati raccolti nel corso del 2023, Istat propone un approfondimento sul tema delle biblioteche di pubblica lettura in Italia, evidenziando la loro capacità di essere spazio e servizio pubblico per tutta la cittadinanza. Qui di seguito un riepilogo dei punti principali:

Quasi 8 su 10 (77,0%) delle 8.131 biblioteche aperte nel 2022 sono di pubblica lettura, cioè svolgono una funzione orientata alla comunità locale del proprio territorio. Il 92% di esse è gestito da enti locali.
La maggiore quota di biblioteche di pubblica lettura è localizzata al Nord (60,2%), seguono il Mezzogiorno
(27,2%) e il Centro (12,6%). Le prime cinque regioni per numero di strutture sono Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Sardegna. Seguono nell’ordine Trentino-Alto Adige, Campania, Sicilia, Toscana e Lazio. Quasi la metà di tutte le biblioteche di pubblica lettura è presente nelle aree rurali o scarsamente popolate (47,5%). 4 su 10 sono in piccole città o nei sobborghi di città più popolate e solo il 12,3% si trova nei grandi centri urbani.
La media è di 1 biblioteca ogni 8.500 abitanti.

Gli accessi fisici totali registrati nel 2022 sono quasi 34 milioni. Il volume complessivo di prestiti fisici erogati supera i 30 milioni: la maggioranza delle biblioteche (36,1%) ha effettuato in un anno da 500 a 5000 prestiti locali, mediamente 6 per ogni utente attivo iscritto.

Le biblioteche conservano e rendono accessibile un patrimonio quantificabile in 166.950.000 unità. Tra le attività complementari più diffuse ci sono la promozione della lettura e gli incontri con gli autori (70,4% delle strutture) e i laboratori per i bambini fino ai 13 anni (65,1%). Le biblioteche più orientate a interagire con il territorio sono quelle dei Comuni fino a 10.000 abitanti.

Le biblioteche rivestono un ruolo importante per gli autori e le autrici, inclusi traduttori e traduttrici, non solo dal punto di vista promozionale, ma anche da quello economico, attraverso il cosiddetto Diritto di prestito pubblico (DPP), ossia, il diritto degli autori e delle autrici di ricevere una remunerazione dal governo quale compenso per il prestito dei loro libri effettuato gratuitamente dalla biblioteche pubbliche.

Come spiega un’utile Guida a cura della Rete internazionale del DPP (International Public Lending Right Network), Il DPP è riconosciuto nel diritto europeo dal 1992 e attualmente sono 32 i Paesi che lo hanno implementato, 28 dei quali in Europa. Il primo Paese ad adottare un sistema di DPP è stata la Danimarca nel 1946.

Come funziona? Ciascun Paese ha un approccio diverso ma, in generale, il DPP è finanziato direttamente dal governo e non rappresenta un onere per i bilanci delle biblioteche. Più comunemente, il DPP è distribuito agli autori in funzione delle volte in cui le loro opere sono state date in prestito nelle biblioteche.
Questo metodo basato sulla remunerazione per prestito vige in Paesi come il Regno Unito, la Germania, i Paesi Bassi e la Svezia. Tuttavia, il compenso può essere corrisposto agli autori anche con riferimento al numero delle copie dei loro libri in dotazione presso le biblioteche (Canada, Danimarca, Australia) o calcolato in base ai libri venduti (Francia) o al numero degli utilizzatori iscritti nelle biblioteche (Spagna).
I fondi del DPP sono utilizzati in alcuni Paesi per finanziare le pensioni degli autori (Germania, Francia, Svezia), mentre in altri Paesi per pagare borse di viaggio e di studio (Norvegia, Slovenia).

Generalmente, oltre agli scrittori, anche altri soggetti che contribuiscono al libro, quali gli illustratori, i traduttori, gli editori e i fotografi beneficiano del DPP. In molti Paesi gli editori condividono il DPP con gli autori.

La raccolta dei dati per i vari metodi è informatizzata e sia i dati relativi ai libri in dotazione alle biblioteche pubbliche sia il numero dei prestiti effettuati sono rilevati facilmente dai sistemi informatici delle biblioteche. Nella maggioranza dei Paesi, il DPP è finanziato dal governo regionale o centrale e non è corrisposto agli autori direttamente dalle biblioteche pubbliche.

E in Italia? Il Fondo per il Diritto di prestito pubblico è stato istituito con il D.L. 262/2006, convertito in Legge 286/2006 (art. 2 cc. 132 e 133). La norma affida alla SIAE il compito di ripartire il Fondo tra gli aventi diritto, sulla base dei criteri stabiliti con Decreto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, nelle seguenti percentuali:
per le opere a stampa: 50% autori e 50% editori;
per i fonogrammi: 30% autori e 30% editori; 20% produttori e 20% artisti interpreti ed esecutori;
per i videogrammi: 30% autori e 30% editori, 20% produttori originali di opere audiovisive e 20% artisti interpreti ed esecutori.

Un successivo Decreto del 2017, tuttavia, stabilisce che il Fondo non debba più essere erogato ai singoli aventi diritto, ma collettivamente all’associazione di categoria maggiormente rappresentativa a livello nazionale che ne faccia richiesta ogni anno. Dal canto suo, detta associazione si impegna a investire la somma ricevuta “a scopi di carattere generale, quali iniziative volte alla promozione del libro e della lettura”.
Agli autori viene comunque riconosciuto il diritto di opporsi alla ripartizione collettiva e di richiedere la propria quota del Fondo, presentando opportuna documentazione. Purtroppo, questo è di fatto impossibile, in quanto in Italia le biblioteche non pubblicano dati dettagliati sulle opere richieste in prestito e di conseguenza gli autori non hanno accesso alle informazioni necessarie per esercitare il proprio diritto.

 

Pubblicato il giorno 24 febbraio 2024 Archiviato in: Eventi Normativa

MiC, riunione con operatori industria culturale

Il 6 febbraio 2024, su iniziativa del Sottosegretario Lucia Borgonzoni, si è tenuta presso il Collegio Romano una riunione di coordinamento con partner istituzionali e operatori dell’industria culturale e creativa italiana per inaugurare la stagione di confronto sulle misure mirate alla crescita della filiera disposte dal Ministero della Cultura e introdotte dalla Legge sul Made in Italy.

Oltre al Sottosegretario Lucia Borgonzoni e al Direttore Generale della Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiC (DgCc) Angelo Piero Cappello, alla riunione sono intervenuti: Cecilia Piccioni, Vice Capo di Gabinetto, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Amedeo Teti, Capo Dipartimento Politiche per le Imprese, Ministero delle Imprese e del Made in Italy; Luca Parodi, Regione Liguria, Coordinatore tecnico Commissione Cultura della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Sul fronte non istituzionale, sono intervenuti: Andrea Cancellato, per Federculture; Antonio Calabrò per Fondazione Musei Impresa; Giulio Felloni, per Federmoda Federazione Moda Italia–Confcommercio; Giovanna Barni, per l’Alleanza Cooperative Cultura; Andrea Palombi, per l’Adei Associazione Editori Indipendenti; Vanessa Pallucchi, per il Terzo Settore; Antonio Franceschini, per Cna Federmoda; Francesca Schiavo, per il Consorzio Italic; Carlo Capasa, per la Camera Nazionale della Moda Italiana; Thalita Malagò, per Iidea–Italian Interactive Digital Entertainment Association;  Giovanni Fiorentino, per la Siff–Società Italiana per lo Studio della Fotografia; Caterina Carpinella, per l’Aicc–Confindustria Associazione Imprese Culturali e Creative; Francesco Rutelli, per l’Anica; Marco Parri, per Federvivo (Agis); Mario Lorini, per l’Anec; Francesca D’Ippolito, per C.Re.S.Co–Coordinamento delle Realtà della Scena; Raffaella Frascarelli, per il Comitato Fondazioni Arte Contemporanea; Lapo Cianchi, per Pitti Immagine; Giordano Sangiorgi, per Audiocoop.

Purtroppo, non sembrano essere stati presenti rappresentanti degli autori e dell’editoria libraria, se si eccettua Palombi per l’associazione degli editori indipendenti ADEI.

Nel corso della riunione è stato annunciato che a breve saranno disponibili i risultati dell’indagine conoscitiva sulle imprese culturali e creative frutto della collaborazione tra il Ministero della Cultura e l’Istat. L’indagine è stata avviata a fine 2022 e prevede un arco temporale di tre anni.

Questi gli articoli riguardanti le imprese culturali e creative, presenti nella Legge 27 dicembre 2023 n. 206 recante “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy” (entrata in vigore l’11 gennaio 2024):

  • Art. 25, “Imprese culturali e creative”: decreto interministeriale MiC-MIMIT da adottare entro il 10 aprile 2024;
  • Art. 26, “Albo delle imprese culturali e creative di interesse nazionale”: decreto ministeriale da adottare entro il 10 aprile 2024;
  • Art. 27, “Creatori digitali”: decreto ministeriale da adottare entro il 10 aprile 2024;
  • Art. 28, “Linee guida per la salvaguardia dell’autenticità storica delle opere musicali, audiovisive e librarie”;
  • Art. 29, “Contributo per le imprese culturali e creative”: decreto interministeriale MiC-MIMIT-MEF;
  • Art. 30, “Piano nazionale strategico per la promozione e lo sviluppo delle imprese culturali e creative”: decreto interministeriale MiC-MIMIT-MAECI, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, entro gennaio 2025.

Fonte dei dati: Ministero della Cultura

Pubblicato il giorno 26 febbraio 2023 Archiviato in: Normativa

Direttiva UE 2019/790: cosa cambia per traduttori e traduttrici autoriali

Importanti novità per chi traduce in diritto d’autore introdotte dal recepimento in Italia della direttiva UE 2019/790.

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Pubblicato il giorno 19 settembre 2022 Archiviato in: Editoria Normativa

Proposte degli editori AIE per la nuova legislatura

AIE-Associazione Italiana Editori ha pubblicato un Manifesto per il libro con quattro proposte fondamentali per la nuova legislatura.

  1. Sostegno per superare l’emergenza carta, i cui costi sono aumentati fino all’80%, riconoscendo ai libri lo stesso credito di imposta già previsto per giornali e periodici.
  2. Legge di sistema per il libro, con incentivi all’innovazione e all’internazionalizzazione per tutta la filiera editoriale.
  3. Valorizzazione del diritto d’autore e misure efficaci di contrasto della pirateria.
  4. Incentivi alla lettura, sostenendo l’acquisto di beni e servizi culturali e le infrastrutture della lettura, biblioteche e librerie, soprattutto nelle aree svantaggiate.

AIE è inoltre co-promotore, insieme ad altre organizzazioni di rappresentanza istituzionali e indipendenti italiane del settore creativo e culturale, del documento Cultura è futuro. Proposte di intervento per la prossima legislatura, il cui obiettivo è elaborare una visione comune di lungo periodo.
Le proposte di intervento del documento, concentrate su 5 aree tematiche prioritarie: interventi normativi, investimenti e misure, lavoro, riequilibrio territoriale e creatività contemporanea, sono state discusse il 13 settembre 2022 con gli esponenti delle forze politiche e coalizioni candidate. Un secondo incontro in presenza e online è previsto per venerdì 25 novembre, in seguito all’insediamento di Parlamento e Governo.

Fonte: sito AIE 

Pubblicato il giorno 29 gennaio 2022 Archiviato in: Normativa Risorse

Decreto Legge Sostegni 2022, misure per il settore culturale

Il governo continua a sostenere il settore culturale stanziando 111,5 milioni di euro per il 2022 nel Decreto Legge Sostegni approvato il 27 gennaio 2022.
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